VMM3 – Percorso del Matese

Il “Percorso del Matese” rimane costantemente in quota, guadagnando, di fatto, con la discesa sulla piana lacustre, il versante campano. Dalla antica casa dei padri Alcantarini, a Bojano (in Salita Pandone), si sale alla chiesa di San Michele, sulla Piaggia. Incamminadosi quindi lungo le antiche mulattiere di collegamento con il borgo di Civita ed il suo straordinario castello, si arriva, attraverso una serie di erti sentieri di montagna – che offrono agli occhi e all’anima panorami mozzafiato, nascosti a tratti dall’incanto dei boschi – all’Eremo di Sant’Egidio: luogo antico, solitario, che induce naturalmente alla contemplazione. Valicato, nella seconda tappa, il Massiccio del Matese, in corrispondenza di Colle dell’Esule (o opzionalmente Monte Orso/Grotta dell’Orso), si discende a picco sul Lago, incontrando il sito archeologico sannitico-romano di Capo di Campo, per raggiungere quindi, sulle alture di Piedimonte, “La Solitudine”, romitorio sviluppatosi originariamente intorno ad un’antica cappella dedicata a San Michele, ed oggi alle spalle del complesso francescano di S. Maria Occorrevole (e San Pasquale). A Bojano ancora si conserva memoria degli antichi pellegrinaggi a Piedimonte, favoriti peraltro dalla presenza in locodi una comunità dell’Ordo fratrum minorum Discalceatorum (o Alcantarinorum), dipendente dalla casa madre stanziata a S. Maria Occorrevole. Sulla via del ritorno, ci si appresta nuovamente a valicare il Matese, ma in tutt’altro modo: salendo dolcemente da Sella del Perrone a Valle Uma, e ridiscendendo attraverso una mulattiera a tornanti – che mostra ancora segni di atavici attraversamenti –, proprio alle spalle del Santuario di Ercole Quirino (a Campochiaro). Da lì, a Bojano, passando per San Polo Matese.

A pochi passi da noi ci sono dei luoghi meravigliosi, che sembrano sospesi in un tempo indefinito. L’Eremo di Sant’Egidio, sul Matese bojanese, e l’Eremo della Solitudine a Monte Muto ne sono la prova. Sul Matese bojanese, a ca. 1000 mt. di altitudine, sorge una cappella romitoriale con cenobio annesso, risalenti al secolo IX. Il cenobio aveva sin dall’origine funzione di eremo per i religiosi (eremiti a Sant’Egidio sono attestati almeno ancora fino al secolo XVIII) e di ricovero per pastori e viandanti, che soprattutto durante il Medioevo, solcavano le strade di montagna che collegavano le fortezze di Bojano e di Roccamandolfi e i due versanti del Matese. E così, passati sull’altro versante, risalendo pari modo antiche mulattiere, si arriva al santuario francescano di Santa Maria Occorrevole e alla torre campanaria. Quello che subito salta all’occhio è un panorama mozzafiato sulla media Valle del Volturno. Alle spalle del santuario è l’Eremo della Solitudine, un’oasi di pace e serenità che predispone alla “meraviglia”: il piccolo convento, una chiesa e sette piccole cappelle sparse nel rigoglioso bosco di lecci che domina la sottostante Valle del Torano. Luoghi ricchi di storia e spiritualità, da preservare.

Lode alla Solitudine (dall’epigrafe che sormonta il cancello d’ingresso all’Eremo)

“O Beata Solitudo! / O Sola Beatitudo! / Taciturni Romiti, o Passeggiero / Vivon Lieti in quest’Eremo Beato / Che non senza Profetico Mistero / Ne’ Tempi Andati il Muto era Appellato / Qui si conserva in Ciel, Qui in Spirito Vero / Da Muti e Morti al Mondo è Iddio Lodato / Qui parla il Verbo al Cuore: Entri Chi Tace / Perché il Solo Silenzio è qui Loquace”

Le tappe del percorso del Matese

&

IN ANDATA

Bojano, La Piaggia-San Michele, Civita di Bojano, Londri (“Luntre”), Eremo di Santi’Egidio, Valle San Giovanni, Prato di Civita, Capo d’Acqua, Valle dell’Esule, Lago del Matese, San Gregorio del Matese, Castello del Matese, Piedimonte Matese.

Tappa 1

Tappa 2

Tappa 2 BIS

Tappa 3

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SUL RITORNO

Piedimonte Matese, Castello del Matese, L’Impiccato, Sella del Perrone, Valle Uma, Civitella di Campochiaro (Santuario di Ercole Quirino), Santa Maria di San Polo, San Polo Matese, San Michele a Sorbo, Bojano.

Tappa 1

Tappa 2

Tappa 3