Camminare nella natura con la storia

Il Molise, cuore dell’antico Sannio, custodisce ancora, antropologicamente parlando, una straordinaria forza ancestrale, concettuale e sensoriale, che induce alla “mobilità naturale”. Riconosciuta la civiltà dei Sanniti come civiltà fondativa – che ha dato vita corpo e sostanza al paradigma della transumanza, quale migliore modello possibile per il territorio – le concrete esperienze di cammino, da noi individuate e proposte, diventano, nell’economia del progetto, efficaci veicoli di trasmissione di una diversa e potente immagine del territorio, definita attraverso una operazione culturalmente e scientificamente raffinata e competente.

Il Cammino dei Sanniti propone percorsi strutturati sui Regi tratturi. Dal Molise (Antico Sannio) Carricino e Pentro, fino ai territori Frentano e Dauno, si compie una esperienza di viaggio che coinvolge gli occhi, il gusto, la mente. Si entra in queste terre lentamente, camminando, alla scoperta del carattere “intimo” di un Molise sconosciuto e sorprendente. I percorsi toccano, nel concreto, luoghi e borghi dal forte interesse storico e naturalistico, intrinsecamente vocati alla “mobilità dolce”. E comportano lo sviluppo di tutto quanto concerne i relativi comparti culturale ed enogastronomico, affidati a specialisti, professionisti, esperti locali, che la solida vocazione di queste nostre terre appenniniche sentono e comprendono profondamente.

Alla transumanza è collegato tutto un portato di visioni mitiche e religiose. Valga per tutte, il mirabile sincretismo che si realizza già nei primissimi secoli dell’era cristiana tra la figura di Herakles e quella di Mikael. La Via Micaelica Molisana offre, in tal senso, percorsi sperimentali, particolarmente ambiziosi. I tratturi li lambisce tutti e li attraversa, dalle montagne al mare, alla ricerca di sempre più emozionanti ed antiche percorribilità, quasi ad inseguire idealmente la forza immanente e misteriosa dell’Arcangelo e la sua presenza fulminea e imprevedibile, metafore imperiture dell’eterna lotta fra il Bene e il Male, dualistico sentire, ontologicamente connaturato all’umana specie.

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Seguendo il filo conduttore del Cammino dei Sanniti e della Via Micaelica Molisana si viaggia, senza soluzione di continuità, dalla catena delle Mainarde al Matese, si attraversano le valli del Volturno, del Sangro, del Trigno e del Biferno, fino ai territori Campano e Frentano-Dauno, dal Sannio all’Apulia, sulle orme degli antichi Padri, pastori-guerrieri, dei Pellegrini cristiani, dei cavalieri Templari, di gentildonne e gentiluomini o di più umili genti, che hanno camminato nei secoli, e nei millenni, sfruttando il fitto reticolo delle vie tratturali e consolari, economiche, militari, religiose.

Sono vie antiche pregne di futuro quelle che vi invitiamo, oggi, a ripercorre … dalla Montagna al Mare …

 

I “Cammini sulle orme dei Sanniti”

Per secoli i tratturi del Meridione hanno garantito i collegamenti fra gli Abruzzi, il Molise, la Puglia. Dal punto di vista culturale, il sistema viario della transumanza di oltre 3000 km lineari, fra tratturi e tratturelli, unificava il vasto territorio sul quale era proiettato – la terra degli antichi Padri Sanniti – finendo per delineare un’unica grande regione al cui interno popolazioni diverse (residenti e di passaggio) si scambiavano usi, costumi, riti religiosi, canti, arte.

I “Cammini sulle vie di san Michele”

Secondo un’antica leggenda, san Michele aveva scelto di dimorare in origine proprio in Molise, in un antro roccioso, il più imponente fra tutti, a Sant’Angelo in Grotte! Venuto però in contrasto con il Padreterno che lo aveva destinato altrove, e dovendo dunque abbandonare la grotta, l’Arcangelo si aprì con un fendente un varco nella roccia, percorso il quale, approdò su un dirupo e da lì spiccò il volo verso il Gargano! A Monte Sant’Angelo, si racconta peraltro che san Michele abbia ripercorso a ritroso lo stesso identico tragitto dalla Grotta garganica, inseguendo il diavolo fino in Molise.

L’Appennino centro-meridionale, dal Lazio all’Abruzzo al Molise, dalla Campania alla Lucania, è disseminato di santuari e chiese rupestri, “luoghi alti”, dedicati a san Michele. L’effigie dell’Arcangelo rimanda ad epoche lontane: la sua figura con il braccio alzato e la spada ricorda quella di Ercole (Heracles) che brandisce la clava. Si intuisce chiaramente come nel Sannio il culto dell’Arcangelo Michele, vivo fin dai primi secoli dell’era cristiana, abbia sostituito quello del semidio pagano. I giorni in cui san Michele è venerato, l’8 maggio e il 29 settembre, corrispondono di fatto ai periodi in cui le greggi transumanti salgono in montagna a primavera inoltrata e ne discendono in autunno (alpeggio), ma la coincidenza storicamente più pregnante è quella con le date dello spostamento di lunga percorrenza, dall’Abruzzo alla Puglia, attraverso il Molise.